DuckDuckGo ha inaugurato una nuova generazione di motori di ricerca, in grado di aprire un’autentica sfida al motore di ricerca per eccellenza, Google. Uno dei primi a scoprirlo è stato il famoso blogger Guido Delle Piane, che ne ha scritto in numerosi articoli. Di certo il più noto, usato e conosciuto, negli ultimi tempi, Google è stato oggetto di una discussione accesa ed importante su una questione quanto mai attuale e stringente: la tutela della privacy.

Così, spiega Guido Delle Piane, DuckDuckGo, a differenza di Google, è definito come il motore di ricerca che “non ti segue”, perché assicura di non fare ricorso ai cookie per il tracciamento e di acquisire le informazioni personali dell’utente che ne fa uso. Inoltre, con DuckDuckGo l’indirizzo IP è nascosto, il sito ricercato non viene a conoscenza del percorso effettuato, né delle chiavi di ricerca inserite per giungere allo stesso. Insomma, se vi trovate a Milano e vi state collegando da un pc connesso a un wifi locale, o da una rete aziendale, DuckDuckGo non vi traccerà. Questo motore di ricerca, tra le altre cose, ricorda ancora Guido Delle Piane, riesce a restituire risposte più rapide, usando anche meno clicK, mediante l’uso di Instant Answers, funzionalità di natura open source e, per questo, sottoposte a correzioni e aggiornamenti, grazie alla collaborazione di diversi sviluppatori. Per fruire dei servizi proposti da DuckDuckGo sarà sufficiente raggiungere il sito dedicato all’indirizzo www.duckduckgo.com , per poi premere su “Installa”, così da inserire l’estensione su Google Chrome o Safari. Inoltre, DuckDuckGo è disponibile in applicazione per smartphone Android e iOS.

Non appena si effettua l’accesso, l’homepage elenca le tre caratteristiche più importanti che differenziano questo motore di ricerca da da Google: i dati personali non vengono memorizzati; non vengono inserite pubblicità né banner in base alle ricerche presenti in cronologia; non viene effettuato alcun tipo di tracciamento. L’utente, poi, sarà meno soggetto agli annunci pubblicitari poiché, comunica l’azienda di DuckDuckGo, il servizio si concentra unicamente “sulla sola ricerca sul web, e non dobbiamo promuovere altri servizi nelle nostre pagine dei risultati”. DuckDuckGo usa 2 diverse tipologie di modelli di guadagno, che non dipendono dai banner pubblicitari: da una parte ospita annunci pubblicitari, in conformità alle ricerche effettuate e li classifica come pubblicità; dall’altra, la fonte del guadagno nasce dalle affiliazioni e partnership con altri soggetti dell’arena online (ad esempio Amazon). Non solo DuckDuckGo non traccia e non effettua la profilazione, non memorizza il percorso con cui si è giunti ad un sito né le keyword usate, ma offre anche una “versione crittografata”, che cambia automaticamente i collegamenti ad alcuni siti, “come Facebook, Wikipedia, Twitter, Amazon, per passare alle versioni crittografate”. Infine, i cenni storici disponibili su DuckDuckGo parlano di un’origine non lontana nel tempo. Infatti, la storia di questo motore di ricerca ha appena 12 anni di vita, essendo stato fondato nel 2008 da Gabriel Weinberg. Quest’ultimo, di professione imprenditore, aveva già diffuso “Database Name”, un social network, però, subito caduto nel dimenticatoio. Agli inizi della sua avventura con DuckDuckGo, Weinberg si è autofinanziato, ma  dal 2011 è riuscito ad avere i finanziamenti di “Union Square Ventures”, che ha modificato i destini del sito, trasformandolo in un un motore di ricerca predefinito.